Cultura Locale

Questa è una piccola raccolta di citazioni che tracciano una breve storia di Perosa e del suo Castello.
Il primo documento che cita Perosa è quello dell'8 settembre 1064 e riguarda la donazione che la contessa Adelaide fa della Val di Perosa ai Benedettini neri, fondando così l'Abbazia di S. Maria di Pinerolo. Il documento recita così: " ... et medietatem de Portis et de Turina, ... subscriptarum vero integritatem, id sunt: valle Sancti Martini, Petrosse, Pogio Odonis, Pratomollo ..." (Cfr. Cipolla, Gruppo dei diplomi adelaidini)

Un altro documento, questa volta del 1160 parla di un accordo tra l'abate di S. Michele della Chiusa e quello di Cavour. Il documento dice che questo accordo viene stilato nella chiesa di S. Genesio di Poggio Oddone: "Est in eadem valle propter ipsam argentariam ecclesia in honore Sancti Genesii constructa ad ius et proprietatem ecclesie de Caburro, hanc habet ab ipsa ecclesia sub hac conditione abbas et ecclesia Beati Michaelis quod annuatim festo beati Martini quinque solidos segusiensis monete, nomine census, debet pro ea exsolvere a hoc durante argentaria" (R. Comba Miniere fucine e metallurgia nel Piemonte medievale e moderno)

In Carutti, Storia di Pinerolo si legge che nel 1220, durante il regno del conte Tommaso di Savoia, l'abate Giovanni conserva ancora dei possessi in val Chisone e val Lemina, il castello di Perosa e taluni diritti su Pinerolo. Questo ci permette di dire che fin da quell'epoca Perosa era dotata di un castello.

Un documento interessante è quello del 2 agosto 1233 che riferisce come Amedeo IV cede ad Oberto Aurucio, maresciallo del Delfino, ogni ragione che gli compete "in valle Pinaschae et in mandamento villae Petrosse" dal luogo chiamato Malanaja fino alla fontana di Aulanero (C. Giolitti, Notizie storiche su Perosa e la sua valle)

Ne segue la forte protesta da parte dell'Abate. Così nel 1239 "in burgo Podii Odonis in ecclesia Sancti Genesii" l'abate Alboino e il maresciallo Oberto Auruç con il figlio Pietro trovano un accordo relativo alle entrate bannali per cui "si aliquo caso fortuito argenterie reperirentur in valle Petrose habeant et habere possint dictus dominus Ubertus et eius filius dominus Petrus ..." (R. Comba, idem)

Particolarmente interessante è il documento del 1273 che cita la Villanova, segno di una avvenuta espansione dell'abitato. Questo documento racconta come di nuovo sorgano questioni fra gli Abati e Tommaso III. Arbitri della disputa sono il castellano di Perosa Rufino da Barge e Nicolò di Billens giudice di Pinerolo. Viene stabilito che tutti i Castellani dovranno giurare di difendere i beni del monastero e far giurare agli uomini della val di Perosa fedeltà agli Abati. L'Abate in cambio dovrà in perpetuo "tercia ficta et affaytamenta et successiones in domibus Villenove Podii Odonis que sunt a vis qui incipit in porta qua itur versus terram Dalphini et ducit usque ad portam que itur vrsus vineas Gastaldis... (C. Giolitti idem)

Nel 1301 con Filippo inizia la dinastia dei principi d'Acaja. Egli riorganizza il suo piccolo Stato che ha come capitale Pinerolo e pone vicari o castellani nei centri del principato. Sotto il dominio di Filippo "viene ricostruito e fortificato il castello di Poggio Oddone che ormai prende nome di castello di Perosa ed è strategicamente molto importante perché costituisce il baluardo dello stato degli Acaja verso il Delfinato" (C. Giolitti idem)

Durante la dinastia Acaja, che si esaurisce nel 1418, Perosa viene dotata di Statuti che verranno riconfermati da tutti i governanti che seguiranno.

E si giunge così alla prima dominazione francese durante la quale Perosa e la sua valle subiranno ogni sorta di angherie soprattutto sotto il governo del maresciallo Bourdillon. Il trattato di pace di Cateau - Cambresis restituirà le terre ai Savoia, ma Pinerolo, Perosa e Savigliano dovranno aspettare fino al 1574 per ritornare sabaude. Infatti il 7 ottobre 1574 Carlo Birago luogotenente generale di Enrico III di Valois per il Piemonte, riceve l'ordine dal suo re di sgomberare Pinerolo Perosa e Savigliano Così Carlo Birago darà ordine a Francesco Birago, governatore e castellano di Perosa, di lasciare il borgo. Le chiavi del castello di Perosa saranno ricevute dal Conte Parella di S. Martino che le darà al signor Pietro Turta designato dal duca come nuovo castellano di Perosa. Il documento porta la data 15 dicembre 1574. Durante il governo del Turta si predispongono opere di restauro e di ristrutturazione del castello di Perosa (vedi pianta del Castello del 1590 - Archivio di Stato).

Le terre della valle però cadranno di nuovo in mano francese fino al 1696 quando il trattato di Torino stabilirà la restituzione di Perosa e Pinerolo a Vittorio Amedeo II, ma a condizione che le loro fortificazioni vengano rase al suolo per sempre! Così viene abbattuto il Castello di Perosa...

Fortuitamente, nel 2002, a Perosa durante alcuni lavori di posa di un traliccio nella zona che ora è dominata dal faro della pace, sono riemersi i resti di una delle torri rotonde che facevano parte dell'antico Castello di Poggio Oddone. La tipica base rotonda situa senza ombra di dubbio i resti ad un periodo antecedente il XVI secolo. Solo dopo quell'epoca infatti si iniziarono a costruire fortificazioni con il tipico impianto a stella, come fu infatti l'impianto del successivo Forte di Perosa, ubicato poco sopra rispetto al più antico e vissuto Castello.

(L. Balzani)

Leggende: La Cascata della Pissa

Durante il mese di maggio alla borgata Rio Agrevo in località Pisa avviene un fenomeno naturale che da il via alle passeggiate verso quel luogo.
Infatti ogni anno si può assistere in questo periodo ad un fenomeno di riflessi d'acqua sulla parete rocciosa della cascata. Tale riflesso da sempre viene interpretato come l'immagine riflessa della Vergine Maria ed un misto di devozione popolare e di tradizionale senso religioso spinge molti ad un pellegrinaggio che è anche motivo di passeggiata nel verde. (tradizione popolare)

 

 

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